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Fabio Pagliara

2020

Due mesi in sospeso fra la paura e la riflessione, pensando al futuro con occhi diversi. La mia esperienza con il Covid-19 è stata un caleidoscopio di sensazioni, con il desiderio ci rivedere mio figlio a farmi la forza per arrivare al giorno dopo e a quello dopo ancora. Non è stata una semplice influenza: non lo è stata perché il Covid ti strappa agli affetti più cari, ti scaraventa in un limbo dal quale non sai mai se andrai all’inferno o in paradiso. Ti svuota dentro e fuori. E vivi per giorni fianco a fianco con il dolore di chi sta peggio di te, dandogli forza per darla a te stesso. Il Covid è un colpo di tosse sterzante e l’ossigeno che ti manca, togliendoti un pezzetto di vita, a volte per ore. Ho pensato tanto, alla vita e all’amore, ho rivalutato ogni aspetto di una quotidianità che ritenevo scontata, ho capito il valore del tempo in quelle ore infinite passate in ospedale. E mi resterà soprattutto questo di una esperienza che mi ha marchiato a fuoco: l’amore per la vita, da godere giorno dopo giorno, e l’importanza degli affetti più cari per affrontare ogni difficoltà, e una marea di affetto che mi arrivava da “fuori”.
E non c’è Covid che tenga.