La quarantena mi ha concesso l’occasione di realizzare un progetto che non avrei mai sviluppato
in circostanze “ordinarie”: priva degli strumenti necessari per visionare una pellicola 8mm
amatoriale occasionalmente trovata nel baule di casa a inizio marzo, sono stata spinta a soluzioni
estreme dalla curiosità, finendo per scansionare tutto il girato, fotogramma per fotogramma, pur di
riportare in vita quella che si è rivelata una singolare opera dalla sorprendente bellezza. Ho
trascorso dunque la mia quarantena diventando un tutt’uno con il mio scanner: l’immagine
rappresenta una sintesi di questo lungo e meticoloso flusso di lavoro, immortalato accidentalmente
dal mio scanner, che ha creato così un cortocircuito tra l’oggetto del mio lavoro e il medium stesso
che la riproduce e crea.