Snapshot memories
I
Fotografo da lontano
il castello di Aci, la gran Chiesa
della Salute e altre realtà
invisibili. Distanti, quelle foto
impossibili di strutture
che forse non esistono,
o sorgono nel luogo
di una mente libera,
d’un corpo agile e
svelto, d’un occhio auratico
e di ricordi più netti e splendenti,
illusi da un’appartenenza
dispersa e accorata.
II
Carsico nella metadistanza
che il digitale baratta
con simulazione e identità,
il ricordo si scompiglia in
diecimila rifrazioni. L’Adesso
non c’è più, non c’è più l’Allora,
in un PerSempre fittizio, fatto
della stoffa dei feticci, concluso &
imperdonabile.
[N.B. L’immagine è il risultato d’una conversione digitale fallita – o disumanamente riuscita].